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mercoledì 15 novembre 2017

Stillborn Slave – 7 Ways to Die

#PER CHI AMA: Thrash/Metalcore, Hatebreed
I francesi Stillborn Slave si sono ripresentati ai fan del metal estremo globale con un'ottima release, ormai datata settembre 2016, mostrando molta più determinazione rispetto alla precedente uscita, esibendo i muscoli e la volontà di dirottare o meglio fondere riff thrash con il metalcore più ferreo. Il sound è potente e carico di adrenalina. Velocità e tecnica d'esecuzione sono di casa e tutto fila liscio fino alla fine del disco. La voce gutturale di Kronar sradica montagne mentre le chitarre spianano la strada demolendo tutto con riff macina sassi; il suono è avvolgente e straripante energia, c'è molto del metal moderno in questo disco e i paragoni trovati in rete, che associano i nostri a Suicide Silence, At the Gates, In Flames e Hatebreed, non calzano poi così male, per una sorta di Sepultura in chiave metalcore. La cosa che risalta di più in questo disco è l'enorme equilibrio che esiste tra melodia e potenza, cosa che in tutti i brani è perfettamente distribuita e che un'ottima produzione mette giustamente in risalto. Una buona dose di potenza con un'importante visione melodica e un gusto per l'orecchiabilità del brano, pur rimanendo in ambito di musica estrema, fanno di questo album, i punti di forza per renderne l'ascolto convincente ed attraente, anche se bisogna riconoscere che in ambito di originalità la band paga spesso pegno a nomi più blasonati. Questo non toglie assolutamente la qualità del prodotto, brani come "Fiends" o "Fallen Empire" (song peraltro spettacolare!) sono da incorniciare, oltre ad essere un bel regalo fatto attraverso Bandcamp ai fan dalla band di Brive la Gaillarde, dove possono ascoltarlo e scaricarlo interamente gratis. Un box di canzoni piene di adrenalina, istanti violenti e velocissimi ("The End of Everything") per un cofanetto tutto da gustare, composto con perizia, passione e competenza da un ensemble che ha tutte le carte in regola per trovare la via giusta e fare la differenza in un genere molto inflazionato e pieno di cloni. Felicità assicurata per i cultori del genere. (Bob Stoner)